marco valenti scrive

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2 settembre 2015

Presentazione dell'ultimo libro. Invito



Prima presentazione del romanzo RIP di Marco Valenti

RIP
di
Marco Valenti

Antonio Tombolini Editore
Collana di narrativa Officina Marziani

Insieme al Direttore editoriale Michele Marziani l’autore Marco Valenti presenta il suo ultimo libro
a  
ROMA
il 29 settembre 2015
alle 17,00
BIBLIOTECA STORICA DEL MEF
Ministero dell’Economia e Finanze
Via XX Settembre, 97

Chi intende partecipare deve mandare una email per avere l’accredito all’indirizzo biblioteca.storica@tesoro.it con oggetto: “Partecipazione presentazione letteraria del 29 settembre”.




Il libro è uscito a novembre 2014 ma, finora, non ho mai voluto presentarlo in un incontro con i lettori. 
Il prestigio della sede che ospiterà l’incontro mi ha fatto vincere ritrosie e pudicizie.
Non credo di aver scritto, ancora, qualcosa di importante come RIP e molte cose mi intimidiscono. 
Michele Marziani, scrittore, mio direttore editoriale e amico, mi aiuterà.
Datemi una mano anche voi, venendo e invitando altri a farlo. 
So bene che è un martedì e che l'incontro è alle cinque del pomeriggio ma ve lo sto dicendo per tempo. 
Il luogo merita ma non consente incontri in orari più comodi. 
Vorrei la sala piena e che questo avviso venisse condiviso il più possibile. 
Spero veniate in tanti e vi aspetto: grazie e buone letture sempre, 
Marco

P.S.:un link al libro è http://store.streetlib.com/rip

8 agosto 2015

Cattiva notizia per chi ha già acquistato il mio ultimo romanzo


Una cattiva notizia per chi ha già comprato il mio ultimo romanzo, RIP, uscito in ebook per la Collana di narrativa italiana Officina Marziani dell'editore Antonio Tombolini.

Mi rincresce.

L'Editore ha deciso, unilateralmente, di abbassare il prezzo da sei euro e novantanove centesimi a 4,99.

Acquistabile su tutti gli store online.



A tutti, buone letture.

5 dicembre 2014

"MA TI SEI MONTATO LA TESTA?"







Ma ti sei montato la testa? Siamo al "culto della personalità"?
Io? No: perché me lo chiedi?
Non ti bastava il Blog? Va pure bene (tra l'altro): no?
Non mi lamento. Le statistiche dicono che si muove ogni mese sopra le 2500 visite. Poi tra accedere, leggere un post fino in fondo o perfino commentare ce ne passa. Continuo a non capire la domanda.

Poi hai pure la PaginaFacebook “Marco Valenti scrive” per parlare di libri e di scrittori e di scritture…
Quella è per separare le cose che mi va di dire in generale da quelle che riguardano i miei libri – le cose che scrivo – e sui libri che mi sono piaciuti. È una questione di “bon ton” da social forum imparata a mie spese.
Ho capito: però addirittura un sito personale! Ti sei montato.
Scrivo da oltre vent’anni. Il primo libro è uscito sette anni fa. Ne sono usciti cinque e sto ancora scrivendo. O no? E c’è a chi piacciono.
Ma hai perfino una agente letteraria e una pagina che ti riguarda sul suo sito Carta e Calamaio!
Lo so. Quello è stato l’unico (benedetto) lusso che mi sono concesso nel ramo “scrittura”. 
Serve a lasciarmi un po’ più di tempo per scrivere mentre altri fanno attività fondamentali di contorno e di supporto.
Va bene. Posso essere anche d’accordo: ma il sito personale?
Consideralo un “book”, un biglietto da visita esteso, un modo per niente montato di parlare di me come scrittore. Asciutto: chi sono, cosa ho scritto ed è stato pubblicato, qualche estratto da leggere o da scaricare.
Tanto chi pensa che io sia soltanto un cialtrone o un montato (magari senza ever letto nulla scritto da me) ci sarà sempre. 
Ti pare?

Diciamo che mi hai convinto: dammi ‘sto link.
Eccolo. 
Segnatelo e poi mi fai sapere:

Mi fai sapere: vero?


24 novembre 2014

ci sono momenti





Ci sono momenti


Quella sera  in giardino  rifletté su come ci siano dei momenti che tracciano confini importanti.
Possono essere fatti accaduti, come volti, come canzoni sospese, come lacrime, e sono gli stessi limiti di un’area da gioco, la zolla d’erba di un campo di calcio strisciata di gesso bianco.
Dentro; fuori.
Non si tratta di faticose elucubrazioni e neppure di dimostrazioni filosofico matematiche piene di passaggi per arrivare a tesi: sono istanti.
Non contano scricchiolii percepiti o piccole scosse di avvertimento ma lo schianto. Magari dopo il momento che ha tracciato il confine ci si prende del tempo per ragionarci sopra o per fortificare quel confine o giustificarselo o anche presidiarlo ma quello sta lì, come un nuovo fiume profondo.
Non è importante allora neppure l’oggetto che ha tracciato il confine, il campo o il limite: conta la consapevolezza e l’accettazione. Da quel momento in poi sai e accetti che c’è chi gioca e chi non, chi c’è in squadra e chi vivrà per sempre in panchina.
Quella sera in giardino, in questa metafora calcistica, lui fece la sua formazione tipo, come un allenatore che deve giocare una partita, e relegò gli altri in panchina o in tribuna.
Si tira una bella linea tra i buoni e i cattivi, tra i tuoi e gli altri, e non ti importa più un accidenti di quelli che sono dall’altra parte perché non sono tuoi. Accetti che non ti appartengano; te ne fai una ragione o, ancora meglio, non ne ricerchi più il motivo ma con semplicità constati che non ci sono.
Tutto quel che hai fatto prima di quell’istante per conquistare il mondo ed esserne accettato e amato, accettando e amando, smette di avere lo stesso significato.
Così trovi la tua calma e la tua forza interiore, ci stai bene dentro e hai più chiara la percezione delle distanze tra te e le altre persone o, se ci sono, la loro prossimità.
Lui, che aveva combattuto una lunga guerra di trincea, aveva fatto quel che si doveva fare e lo aveva fatto per un tempo amaro e lungo.

22 settembre 2014

Marco Valenti scrive (Facebook)




Dato che scrivo ormai da un po’ di anni e visto che Facebook è una piattaforma social di un certo rilievo da un po’ di tempo esiste una Pagina Facebook che è la pagina ufficiale mia su quello che scrivo e che leggo.

Questo è il link: 

Ora se siete iscritti su Facebook vi invito a visitarla e a seguirla.


Grazie
marco valenti


Photo: Bibioteca Storica MEF

(piccolo spazio pubblicità mode off)

26 marzo 2014

Io, la scrittura e tutto il resto



Negli anni mi è capitato che mi intervistassero a proposito dei libri che ho scritto o su argomenti legati alla scrittura.
Non sono interviste frequenti ma alcune sono state piacevoli e più interessanti di altre.
Qualche giorno fa ne è uscita una che reputo particolarmente bella. Me la ha fatta Carla Casazza ed è uscita nel web su Carta e calamaio.

Quali sono, secondo te, le premesse che “autorizzano” un aspirante autore a prendere in mano la penna (o la tastiera)?

Una buona dose di inventiva, capacità di ordire una trama e padronanza del linguaggio sono i tre presupposti per scrivere. La voglia di raccontare le tue storie ad altri è la molla per pubblicare. Voler essere ascoltati da altri che non siano le persone che ti sono prossime per amicizia o parentela.

Come definiresti la tua scrittura?

“Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla”,
In questa frase tratta da Novecento di Baricco c’è tutto quel che mi sento di premettere quando parlo del mio scrivere e del mio ostinarmi a proporre le storie che scrivo. Un mio caro amico, volendo definire scherzosamente il mio modo di scrivere, mi ha definito uno “storyteller” e a me sta bene.
Sono un cantastorie. Sono uno che ha un sacco di storie da raccontare ed ha la pretesa di ritenersi in grado di saperle raccontare, che presume di avere la tecnica, i mezzi, la voglia, la padronanza della lingua italiana, per raccontarle.

Scrivere, se hai storie da raccontare, è ineludibile.
Quando non dò seguito alle mie storie è solamente perché sono sopraffatto dal vivere e dal quotidiano.
Sono uno che ci mette l’anima per intero.


L'intervista intera è al link:
http://cartaecalamaio.com/2014/03/24/io-la-scrittura-e-tutto-il-resto-intervista-a-marco-valenti/


Ne consiglio la lettura e aspetto commenti.
Grazie


25 gennaio 2013

Aspro




“Siamo cambiati, tu e io, nel tempo. Negli anni, nei mesi, nei giorni che ci separano da quando ci siamo conosciuti o, se vuoi, dall’ultima volta che ci siamo visti, o parlati.
Ciascuno ha impiegato, nei rifiati della propria vita, un po’ di  energie a scrutare l’altro e ad analizzare i cambiamenti nel modo di comportarsi, nell’umore e nel relazionarsi col mondo, con gli altri, con l’altro.
Nel farlo ognuno considerava sé come l’altro.

A volte invece uno specchio genera lampi di verità.
Da allora il mondo ha girato, sono successi fatti, sono intervenute persone e idee che non abbiamo voluto condividere.
Ci siamo esclusi.
Siamo diventati diffidenti e differenti per arrivare ad una affettuosa indifferenza.
In quell’affetto capita di guardarci l’un l’altro di sfuggita, quali estranei in un ascensore, attenti a non incrociare gli sguardi, indifferenti alle azioni e vigili sugli umori.
La voglia di sapere e il riserbo a raccontare rendono un’aria rarefatta, vagamente interrogativa e in apparenza refrattaria, lasciandoci continuare a camminare sempre più distanti.

Ci incontrassimo sapremmo ancora abbracciarci.
Quest'anno i limoni del giardino stanno crescendo più grossi dell'anno scorso ma, per il tempo che ha fatto, saranno certamente più aspri.".
Marco Valenti (2013)