Negli anni mi è capitato che mi intervistassero a proposito dei libri che ho scritto o su argomenti legati alla scrittura.
Non sono interviste frequenti ma alcune sono state piacevoli e più interessanti di altre.
Qualche giorno fa ne è uscita una che reputo particolarmente bella. Me la ha fatta Carla Casazza ed è uscita nel web su Carta e calamaio.
Quali sono, secondo te, le premesse che “autorizzano” un aspirante autore a prendere in mano la penna (o la tastiera)?
Una buona dose di inventiva, capacità di ordire una trama e padronanza del linguaggio sono i tre presupposti per scrivere. La voglia di raccontare le tue storie ad altri è la molla per pubblicare. Voler essere ascoltati da altri che non siano le persone che ti sono prossime per amicizia o parentela.
Come definiresti la tua scrittura?
“Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla”,
In questa frase tratta da Novecento di Baricco c’è tutto quel che mi sento di premettere quando parlo del mio scrivere e del mio ostinarmi a proporre le storie che scrivo. Un mio caro amico, volendo definire scherzosamente il mio modo di scrivere, mi ha definito uno “storyteller” e a me sta bene.
Sono un cantastorie. Sono uno che ha un sacco di storie da raccontare ed ha la pretesa di ritenersi in grado di saperle raccontare, che presume di avere la tecnica, i mezzi, la voglia, la padronanza della lingua italiana, per raccontarle.
Scrivere, se hai storie da raccontare, è ineludibile.
Quando non dò seguito alle mie storie è solamente perché sono sopraffatto dal vivere e dal quotidiano.
Sono uno che ci mette l’anima per intero.
L'intervista intera è al link:
http://cartaecalamaio.com/2014/03/24/io-la-scrittura-e-tutto-il-resto-intervista-a-marco-valenti/
Ne consiglio la lettura e aspetto commenti.
Grazie
Bell'intervista...caro coetaneo!
RispondiEliminaComplimenti e...siamo forti noi del '60!
Grazie Arianna. Mi sono preso la libertà di dire con sincerità quel che penso.
Elimina