Mons. Ricci, la Pasqua, gli
auguri
Ultimi anni ’60.
Composti nei nostri grembiuli
neri, con il fiocco bianco ben fatto, noi bambini eravamo raccolti nella chiesa
interna alla nostra scuola, cattolica e parificata, per l’ultimo incontro
quaresimale prima delle vacanze pasquali.
La settimana santa era
arrivata al mercoledì e da lì a poche ore saremmo usciti in vacanza per una
settimana intera.
Avevamo seguito diversi
incontri dedicati alla quaresima e alla Pasqua, quasi sempre incentrati sulla
Passione di Gesù Salvatore in terra per nostri peccati; le immagini che
restavano impresse in me, alunno elementare, erano tutte volte alla penitenza,
allo stare lontano dal peccato, al seguire la frugalità quaresimale e al dolore
per le pene infinite di Gesù.
Ospite, oratore finale per la
nostra preparazione, un prete che aveva seguito la nostra ora scarsa di
letture, sermoni e preghiere, vestito da prete ma diverso dall’abito
dei Fratelli di Nostra Signora della Misericordia della scuola. Era Monsignor
Ricci: sarebbe diventato Vescovo diversi anni dopo.
Lo ascoltammo rapiti dalla sua
voce calma ma appassionata e dal suo viso luminoso e sorridente.
Le sue poche parole sulla
Pasqua, la più importante festa dei Cristiani, cambiarono l’impostazione del
mio pensiero in merito al giorno che tanto aspettavamo. Tutto divenne meno
cupo.
Dopo la Passione la Pasqua è Resurrezione.
La Pasqua è la gioia infinita
della Resurrezione, la vittoria sul male e sulla morte; è ridere, è rinascere
migliori, risveglio e festa dopo aver patito. Dolci dopo il digiuno, festa,
comunione, comunità.
Non importa se siamo
cattolici, di altre fedi, ex-credenti, atei: tutti quest’anno stiamo passando giorni di
privazione, di quaresima, con la tristezza della distanza e delle mascherine
sui nostri sorrisi, con diversi livelli di angoscia – più o meno apocalittica –
sulle nostre vite, sulla nostra salute e sul nostro futuro. Perciò mi piace avervi
raccontato quel vecchio episodio e più che mai quest’anno augurare a tutti
Buona Pasqua di rinascita e di
felicità!
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