L’inverno ha i suoi piatti.
Tempo di fondute, di polente, di carni bollite.
Ho troppo rispetto delle
opinioni altrui per permettermi di parlare di bollito pur avendone studiate
diverse varianti.
Anche nel web troverete moltissimi consigli e ricette.
Sui
tipi di carne per molti vige l’imperativo delle sette carni diverse.
Tra queste
il cotechino e la lingua.
Io, per esempio non amo la lingua e ne faccio a meno
e al cotechino (che mi piace al massimo in compagnia dello zampone e non nel
bollito misto) sostituisco pezzi di porco meno grassi.
Questo mi consente una
cottura di tutte le carni nella stessa pentola.
Metto tutte le carni insieme
quando l’acqua è a bollore, le tiro fuori man mano che son cotte e le lascio in
una zuppiera con un po’ di brodo bollente e coperte, taglio tutte le carni
insieme a cottura ultimata.
Sulla composizione del mazzetto di erbe, gli odori
e le verdure da usare e i modi di
cottura si scontrano scuole di pensiero, tutte degne di ascolto e test pratico.
Resta l’ovvietà che la qualità delle carni scelte e la cura nel seguirne la
lenta cottura, la non abbondanza di acqua rispetto alle carni e un po’ di
attenzione ai dettagli fanno la differenza.
Mi fermo. Forse ho detto
pure troppo.
Tempo fa ero a tavola in
Emilia con delle persone e, come capita, si parlava di cucina.
Diversi
commensali, pur bravi in cucina e buone forchette a tavola, non conoscevano il
riuso del bollito avanzato con le polpette.
È in particolare a loro che dedico
la mia ricetta – o meglio la ricetta che prediligo – delle polpette di lesso.
Non le preferisco con il
pomodoro e non ci metto il trito d’aglio.
Non uso il pomodoro perché non ne
vedo la necessità in cottura, visto che trattasi di polpette con carne già ben
cotta, e anche perché farle in bianco mi consente di accompagnarle con diverse
salse, sia da calde che da fredde.
Non uso aglio tritato ma qui
la questione è più semplice: mi torna su. Ne adoro il sapore ma mina qualsiasi
rapporto sociale nelle quarantotto ore seguenti l’assunzione. Una vita di
rinunce alle bruschette ben strofinate d’aglio. Ci sono disgrazie peggiori.
Comunque l’aglio copre (maschera) come il peperoncino, come altre spezie. Il
mio essere sensibile all’aglio certamente mi devia da un giudizio esatto e me
ne scuso. Invito tuttavia a ragionare sul fatto che serva parsimonia nell’uso
di odori che possano dominare le ricette che si vogliono sperimentare.
Altro punto importante: così
come non si fa il bollito per fare un buon brodo è altrettanto ovvio che non si
può fare il bollito per fare le polpette.
Però c’è bollito e bollito, al punto
che qualche purista arriccerebbe il naso a sentir parlare di polpette.
Mi
suggerirebbe di farle con patate lesse e avanzi di altre carni. Gli rispenderei
che non posso dargli torto ma che c’è polpetta e polpetta e che quella che mi suggerisce, per me, non è una polpetta di bollito ma un'altra cosa (pur degnissima).
Ingredienti
Carne bollita avanzata;
pane (buono) secco;
brodo del lesso avanzato;
uova;
parmigiano;
prezzemolo;
farina;
olio.
Preparazione
Se la vostra ricetta del bollito non
prevede carota e sedano potete usare una o due patate lesse.
Non considero le
patate tra gli ingredienti fondamentali delle polpette perché comunque pane e
uova possono sopperire egregiamente.
Dopo qualche minuto strizzatelo e sminuzzatelo.
Il brodo
contiene tutti gli umori del lesso ed è perciò da preferirsi al latte (usato in
diverse ricette) per ammollare il pane. Il pane deve essere di qualità, non
integrale, preferibilmente pane casareccio. In caso abbia crosta spessa e
compatta è meglio escluderla dalla preparazione perché l’impasto sia il più
possibile omogeneo.
Andate, insomma, da un fornaio di cui avete già sperimentato con soddisfazione.
Io vado da "pan caldo" a Viale Ionio.
Ottenuto un buon composto aggiungete la noce moscata e il prezzemolo tritato finemente.
È possibile la
variante che prevede un po’ di buccia di limone tritata.
A me piace molto il
profumo della buccia del limone ma in queste polpette non lo uso per lasciare
il più possibile inalterata la fragranza e i profumi delle carni del bollito.
Se invece di un bollito
misto ben fatto come base delle polpette abbiamo del pollame (quindi carni dal
sapore meno forte) il limone ci sta tutto.
Fatene polpette tonde e non
piccole.
Si intende per non piccole che le polpette abbiano un diametro di
almeno quattro o cinque centimetri.
Passate le polpette nella
farina.
C’è chi usa il pan grattato e chi addirittura le impana.
Friggete fino a doratura.
Gli ingredienti sono tutti già cotti, tranne le uova: non serve una
stracottura.
Nel friggere ciascuno ha i propri oli di riferimento: non metto bocca ma consiglio, a prescindere, di aggiungervi un filo di extravergine.
Non so ricordare perché mi fu consigliato e ormai lo considero una sorta di rito vodoo che comunque funziona.
Servite calde non hanno bisogno di salse ma, ovviamente, ben si accompagnano con le stesse salse con le quali preferite accompagnare il lesso; a contorno ci stanno bene puree di patate o di piselli o verdure bollite.
Servite fredde le polpette
di lesso preferiscono salse fredde a base di senape o di maionese.
Il vino.
Se calde vino rosso da
bollito. Struttura e gradi.
Anche importante se ve la sentite.
A scendere nel
tempo e nella temperatura potete arrivare a un bianco secco purché non caliate troppo la gradazione.
Buone polpette di bollito.
(Rima baciata con …buon
appetito!).
Polpette in bianco for ever.
RispondiEliminaCosì come il baccalà.
E alcuni sughi di pesce.
Ciao Marco, ti auguro un tempo lento e pieno tra fornelli e pagine scritte.
Così è stato. Pieno. Ripassa quando vuoi.
EliminaMarco...che dire!? Perfette le adoro anch'io, ma religiosamente le impano prima di friggerle, e , chedo umilmente perdono a tutti coloro che dovessero incontrarmi dopo averle mangiate.....AGLIO A VOLONTA'.
RispondiEliminap.s. grazie per le chicche che ci regali su questo blog...continua così!
Mariella.
Amerei l'aglio ma non sono corrisposto: si propone a lungo e in modo petulante costringendomi ad evitarlo (manco fossi un vampiro) :-)
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