Il nostro Paese è certamente segnato da crescenti disuguaglianze e queste vengono percepite da tutti come una ingiustizia sociale che mina le opportunità di sviluppo del progetto di vita di molti.
Marc Augé afferma che «La crisi provocata dalla finanza ci ha rubato il futuro. Lo ha letteralmente seppellito sotto le paure del presente. Tocca a noi riprendercelo».
Ma prescindendo dalla percezione che ciascuno può avere, oggettiva o indotta, di ingiustizie e difficoltà è indispensabile ragionare e studiare i fenomeni che portano alla disuguaglianza sociale e trovare da lì progetti e proposte per contrastarle.
Modificare le politiche del nostro Paese e del nostro continente, dell'Unione Europea, non è una utopia ma una opportunità che necessita di una visione e di proposte per realizzarla.
Su questo in Italia ha lavorato il Forum DD. (se ci cliccate sopra si apre la loro pagina: fatelo)
Il Forum Disuguaglianze Diversità intende disegnare politiche pubbliche e azioni collettive che riducano le disuguaglianze, aumentino la giustizia sociale e favoriscano il pieno sviluppo di ogni persona (diversità). E vuole costruire consenso e impegno su di esse.
Nel mese di marzo 2019 il Forum DD ha presentato un lavoro (che li ha impegnati per ben due anni), che reputo straordinariamente importante e innovativo, dal titolo decisamente chiaro: "15 PROPOSTE PER LA GIUSTIZIA SOCIALE".
Il mio intento è segnalarlo e invitare a collegarvi sul sito del Forum per approfondire e leggere ragionando.
Vi lascio una "sintesi della sintesi" estrapolata dal sito ma, condividendo il lavoro nel merito e nel metodo, auspico vogliate molto di più che limitarvi a questo mio post.
Sono convinto sia un lavoro importante del quale essere profondamente grati.
Qualcosa da conoscere e su cui aprire discussioni e ragionamenti ad ogni livello possibile.
Grazie infinite.
SINTESI DELLE QUINDICI PROPOSTE
PER LA GIUSTIZIA SOCIALE
Forum Disuguaglianze Diversità
(Marzo 2019)
Proposta n. 1 La conoscenza
come bene pubblico globale:
modificare gli accordi
internazionali e intanto farmaci più accessibili Si propongono tre azioni che
mirano ad accrescere l’accesso alla conoscenza.
La prima azione riguarda la promozione, attraverso l’UE, di una modifica
di due principi dell’Accordo TRIPS che incentivi la produzione e l’utilizzo
della conoscenza come bene pubblico globale. Le altre due azioni riguardano il
campo farmaceutico e biomedico; si propone, sempre attraverso l’UE, di arrivare
a un nuovo accordo per la Ricerca e Sviluppo, in sede di Organizzazione
Mondiale della Sanità, che consenta di soddisfare l’obiettivo del “più alto
livello di salute raggiungibile” e, contemporaneamente di rafforzare
l’iniziativa negoziale e strategica affinché i prezzi dei farmaci siano alla
portata dei sistemi sanitari nazionali e venga assicurata la produzione di
quelli per le malattie neglette.
Proposta n. 2. Il “modello
Ginevra” per un’Europa più giusta
Si propone di promuovere a
livello europeo degli “hub tecnologici sovranazionali di imprese” che si
occupino di produrre beni e servizi che mirino al benessere collettivo,
partendo dalle infrastrutture pubbliche di ricerca esistenti ed estendendo il
loro ambito di azione dalla fase iniziale della catena di creazione di valore a
quelle successive. L’obiettivo è quello
di sfruttare il successo di forme complesse e autonome di organizzazione per
rendere accessibili a tutti i frutti del progresso scientifico e affrontare il
paradosso attuale per cui un patrimonio di open science prodotto con fondi
pubblici viene di fatto appropriato privatamente da pochi grandi monopoli.
Proposta n. 3 Missioni di
medio-lungo termine per le imprese pubbliche italiane
Si propone di assegnare alle
imprese pubbliche italiane missioni strategiche di medio lungo periodo che ne
orientino le scelte, in particolare tecnologiche, verso obiettivi di
competitività, giustizia ambientale e giustizia sociale. I punti di forza della
proposta sono: l’identificazione di un presidio tecnico; la trasparenza della
responsabilità politica; il monitoraggio dei risultati; la garanzia della
natura di medio-lungo termine degli obiettivi; e il rafforzamento delle regole
a tutela dell’autonomia del management.
Proposta n. 4 Promuovere la
giustizia sociale nelle missioni delle Università italiane
Si propongono quattro
interventi integrati per riequilibrare gli attuali meccanismi che inducono le
Università a essere disattente all’impatto della ricerca e dell’insegnamento
sulla giustizia sociale: introdurre la
giustizia sociale nella valutazione della terza missione delle Università;
istituire un premio per progetti di ricerca che accrescono la giustizia
sociale; indire un bando per progetti di ricerca che mirano a obiettivi di
giustizia sociale; valutare gli effetti
dell’insegnamento universitario sulla forbice di competenze generali
delle giovani e dei giovani osservata all’inizio del percorso universitario.
Proposta n. 5 Promuovere la
giustizia sociale nella ricerca privata
Si propone di introdurre, nei
criteri per l’allocazione dei finanziamenti pubblici alla ricerca privata,
parametri che inducano le imprese a tener conto degli effetti delle loro scelte
sulla giustizia sociale e che le sollecitino a promuoverla.
Proposta n. 6 Collaborazione
fra Università, centri di competenze e piccole e medie imprese per generare
conoscenza
Si propone di valorizzare,
sviluppare e diffondere in modo sistematico le esperienze in corso in alcune
parti del territorio italiano, che vedono reti di PMI collaborare con le Università
e con altri centri di competenza per superare gli attuali ostacoli derivanti
dalla concentrazione della conoscenza e produrre conoscenza condivisa che
consenta un recupero della loro competitività.
Proposta n. 7. Costruire una
sovranità collettiva sui dati personali e algoritmi
Si propone che l’Italia compia
un salto nell’affrontare i rischi che derivano dalla concentrazione in poche
mani del controllo di dati personali e dalle sistematiche distorsioni insite
nell’uso degli algoritmi di apprendimento automatico in tutti i campi di vita.
La strada è segnata dalle esperienze e dalla mobilitazione che altri paesi
stanno realizzando su questo tema: mettere alla prova il Regolamento Europeo
per la Protezione dei Dati che fissa principi all’avanguardia sul piano
internazionale; realizzare un ampio insieme di azioni, specie attorno ai
servizi urbani, che vanno da una
pressione crescente sui giganti del web alla sperimentazioni di piattaforme
digitali comuni; rimuovere gli ostacoli
allo sviluppo delle comunità di innovatori in rete.
Proposta n. 8 Strategie di
sviluppo rivolte ai luoghi
Si propone di disegnare e
attuare nelle aree fragili del paese e nelle periferie strategie di sviluppo
“rivolte ai luoghi” che traggano indirizzi e lezioni di metodo dalla Strategia
nazionale per le aree interne; strategie che, attraverso una forte
partecipazione degli abitanti, combinino il miglioramento dei servizi
fondamentali con la creazione delle opportunità per un utilizzo giusto e
sostenibile delle nuove tecnologie.
Proposta n. 9 Gli appalti
innovativi per servizi a misura delle persone
Si propone di promuovere con
diversi strumenti il ricorso da parte delle amministrazioni, soprattutto
locali, agli appalti innovativi per l’acquisto di beni e servizi, che
consentono (come mostrano le poche ma positive esperienze italiane) di
orientare le innovazioni tecnologiche ai bisogni delle persone e dei ceti
deboli. In particolare, gli strumenti proposti sono: formazione dei funzionari
pubblici; rimozione degli ostacoli alla partecipazione; campagna pubblica di
informazione; ricorso a consultazioni pubbliche per il disegno del bando.
Proposta n. 10 Orientare gli
strumenti per la sostenibilità ambientale a favore dei ceti deboli
Si propongono tre linee
d’azione che possono orientare gli interventi per la sostenibilità ambientale e
il contrasto al cambiamento climatico a favore della giustizia ambientale,
condizione perché quegli stessi interventi possano essere attuati:
rimodulazione dei canoni di concessione del demanio e interventi fiscali
attenti all’impatto sociale; rimozione degli ostacoli ai processi di
decentramento energetico e cura degli impatti sociali dei processi di
smobilizzo delle centrali; modifiche dell’Ecobonus per l’incentivazione delle
riqualificazioni energetiche degli edifici ed interventi sulla mobilità
sostenibile in modo favorevole alle persone con reddito modesto.
Proposta n. 11 Reclutamento,
cura e discrezionalità del personale delle PA
Si propone che in tutti i
livelli amministrativi coinvolti dalle singole strategie di giustizia sociale
proposte nel Rapporto venga attuata la seguente agenda di interventi: a) forte
e mirato rinnovamento (anche disciplinare) delle risorse umane; b) politica del
personale che elimini gli incentivi monetari legati ai risultati e li
sostituisca con meccanismi legati alle
competenze organizzative; c) restituzione della funzione di strumento di
confronto fra politica, amministrazione e cittadini alla valutazione dei
risultati; d) forme sperimentali di autonomia finanziaria della dirigenza; e)
interventi che incentivino gli amministratori a prendere decisioni mirate sui
risultati, non sulle procedure.
Proposta n. 12 Minimi
contrattuali, minimi legali e contrasto delle irregolarità
Si propone di realizzare un
intervento integrato e simultaneo che aumenti i minimi salariali per tutte le
lavoratrici e i lavoratori, indipendentemente dalla natura del contratto e
composto da tre parti non separabili: estendere a tutti i lavoratori e tutte le
lavoratrici di ogni settore l’efficacia dei contratti firmati dalle
organizzazioni sindacali e datoriali rappresentative di quel settore;
introdurre un salario minimo legale, non inferiore a 10 euro, senza distinzioni
geografiche o di ruolo, il cui aggiornamento nel tempo è deciso da una
Commissione composta da sindacati, tecnici, politici; dare più forza alla
capacità dell’INAIL e degli altri enti ispettivi di contrastare le irregolarità
e costruire forme pubbliche di monitoraggio.
Proposta n. 13. I Consigli del
lavoro e di cittadinanza nell’impresa
Si propone di realizzare
l’obiettivo di una partecipazione strategica di lavoratori e lavoratrici alle
decisioni delle imprese attraverso l’introduzione di una forma organizzativa in
uso in altri paesi, il Consiglio del Lavoro, che valuti strategie aziendali, decisioni
di localizzazione, condizioni e organizzazione del lavoro, impatto delle
innovazioni tecnologiche su lavoro e retribuzioni. Nei Consigli (che sarebbero
quindi anche “della cittadinanza”) siederebbero anche rappresentanti di
consumatrici e consumatori e di persone interessate dall’impatto ambientale
delle decisioni.
Proposta n. 14. Quando il
lavoro controlla le imprese: più forza ai Workers Buyout
Si propone di realizzare
alcuni interventi mirati che consentano allo strumento dei Workers Buyout (WBO)
- l’acquisto dell’impresa in crisi o in difficile transizione generazionale da
parte dei suoi lavoratori e lavoratrici - di essere utilizzato in maniera più
diffusa in Italia: rafforzare la formazione dei lavoratori e lavoratrici nel
momento dell’assunzione del nuovo ruolo;
agevolare fiscalmente i mezzi finanziari investiti da lavoratori e
lavoratrici; accelerare l’opzione WBO al primo manifestarsi dei segni di crisi.
Proposta n. 15. L’imposta sui
vantaggi ricevuti e la misura di eredità universale
Si propone un intervento
integrato per riequilibrare la ricchezza su cui ragazze e ragazzi possono
contare nel momento del passaggio all’età adulta e che esercita una forte
influenza sulle loro opzioni e scelte di
vita: da un lato, prevedere che, al compimento dei 18 anni, ogni ragazza o
ragazzo riceva una dotazione finanziaria (o “eredità universale”) pari a 15mila
euro, priva di condizioni e accompagnata da un tutoraggio che parta dalla
scuola; dall’altro, una tassazione progressiva sulla somma di tutte le eredità
e donazioni ricevute (al di sopra di una
soglia di esenzione di 500mila euro) da un singolo individuo durante l’arco di
vita.
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