Fontana di Marforio
Tecnica Artistica: Scultura
Materiali: Marmo
Dimensioni: cm
242
Datazione: Seconda metà del I secolo d.C.
Collocazione: Musei Capitolini – Cortile del Palazzo Nuovo
Marforio,
statua importante per dimensione e collocazione ai
Musei Capitolini,
è stata oggetto di diverse tavole di Pietro Valenti che, a
modo suo, sapeva far parlare le statue.
A prova del suo modo di interpretare due disegni eseguiti su
cartoncino, in formato A3, a penna.
Marforio è una delle sei statue parlanti
di Roma, che sono una serie di statue su cui, fin dal XVI secolo, i
Romani affiggevano (e continuano tuttora ad affiggere) messaggi anonimi,
contenenti per lo più critiche e componimenti satirici contro i governanti,
messaggi spesso detti "pasquinate" dalla statua parlante più nota, Pasquino.
Oltre a Pasquino e a Marforio
le altre quattro sono
Madama Lucrezia,
il Babuino,
il Facchino
e
e
l’Abate Luigi.
E' piaciuta, la statua di Marforio, anche a Sorrentino.
Magari soltanto per portare
un minimo di curiosità
vediamo
le statue parlanti.
La fontana del babuino
rappresenta il dio degli alberi Sileno.
Gli abitanti di Roma la trovarono così
brutta da chiamarla
“er babbuino”, come la scimmia.
“er babbuino”, come la scimmia.
Uno degli effetti fu il
cambio del nome della strada
in Via del Babuino.
La statua di epoca tardo
romana raffigura, probabilmente un alto magistrato ed è sul muro laterale di
S.Andrea della Valle, vicino Palazzo Vidoni.
Pare somigliasse al sagrestano della vicina chiesa del Sudario, conosciuto
appunto con quel nome,
“abbate Luigi”.
“abbate Luigi”.
Madama Lucrezia (in romanesco Madama
Lugrezzia), è una delle sei statue
parlanti di Roma, l’unica rappresentante femminile
della cosiddetta “Congrega degli Arguti”.
È un enorme busto di epoca romana,
alto 3 metri, attualmente posto su un basamento all’angolo tra il Palazzetto
Venezia e la basilica di S. Marco,
nell’omonima piazza.
Non c’è una identificazione certa, e le ipotesi sul
personaggio raffigurato sono molteplici: la più accreditata sembra essere la
dea Iside (o una sua sacerdotessa) perché il
nodo della veste sul petto è una caratteristica che ricondurrebbe a quel culto.
Il busto sarebbe stato donato a Lucrezia
d'Alagno, l’amante di Alfonso V
d'Aragona, re di Napoli, la
quale, dopo la morte di Alfonso, a causa dell’ostilità del suo successore, si
trasferì a Roma, ed abitò nei pressi del luogo dove ora si trova la statua. Ad
ulteriore conferma dell’ipotesi dell’attribuzione del nome con riferimento a
quella Lucrezia, c’è la circostanza che nel XV
secolo il termine “madama” era
usato a Napoli ma non a Roma.
Il Facchino,in via
Lata, rappresenta una figura maschile,
con il viso quasi completamente consumato,
con il viso quasi completamente consumato,
mentre versa acqua da una botte.
Realizzato nel 1580 da Jacopo Del
Conte su incarico della
Corporazione degli Acquaroli. Rappresenta infatti un
“acquarolo”, quella figura che, fino a quando, alla fine del
‘500, i pontefici ripristinarono gli acquedotti, prendeva l’acqua
dalle fontane pubbliche e la rivendeva porta a porta.
Corporazione degli Acquaroli. Rappresenta infatti un
“acquarolo”, quella figura che, fino a quando, alla fine del
‘500, i pontefici ripristinarono gli acquedotti, prendeva l’acqua
dalle fontane pubbliche e la rivendeva porta a porta.
La foggia
dell’abito ed un’epigrafe riconduce alla
corporazione dei facchini, da cui avrebbe quindi preso il
nome. L’attribuzione non sembra però corretta, benché
l’epigrafe (perduta), in latino, recitasse:
corporazione dei facchini, da cui avrebbe quindi preso il
nome. L’attribuzione non sembra però corretta, benché
l’epigrafe (perduta), in latino, recitasse:
”Ad
Abbondio Rizio,
coronato [facchino] sul pubblico selciato,
valentissimo
nel legar fardelli.
Portò quanto peso volle, visse quanto poté;
ma un giorno,
portando un barile di vino in spalla e dentro il corpo,
contro la sua volontà
morì.”
Su Pasquino,
la statua parlante di Roma più famosa,
vi lascio a Wikipedia.
la statua parlante di Roma più famosa,
vi lascio a Wikipedia.
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