marco valenti scrive

marco valenti scrive

19 settembre 2014

Sfumature Sintesi Semplificare

Nero, bianco, sfumature.
Semplificare e sintetizzare è di moda. Ritengo che sia straordinariamente utile purché non sia sostitutivo della conoscenza degli aspetti della questione di cui si tratta.
Se costretto a scegliere tra bianco e nero io scelgo. La mia scelta non prescinde dal provare a capire cinquanta sfumature di grigio tra il bianco e il nero. La conoscenza implica impegno e dedizione; la semplificazione è più facile.
La semplificazione esclude il “sì ma…” o il “purché”. La semplificazione allora diventa guerra semplice tra Guelfi e Ghibellini. Radicalizza e aiuta. Non rende un buon servizio alla verità che non è mai – mai – semplice.
Tra cancellare e lasciare tutto come è ora, per esempio, c’è
il correggere, il migliorare, l’adeguare. 
Se sono concetti desueti è perché non si perde tempo a capire, ad approfondire, a conoscere le cose un pochino meglio.
Appena ragioni e dici “sì però” sei automaticamente contro. Non è così.
Non ho nulla contro la sintesi e, anzi, trovo che sia indispensabile e mi sforzo di farne pratica.
Qualcuno che mi conosce potrebbe dire che non è vero e che sintetizzo poco. Se la sintesi è impoverimento delle conoscenza delle cose preferirei non semplificare, non dare per scontato, approfondire e considerare la pluralità come una ricchezza.
Consapevolezza.
La conoscenza è una fatica che rende ricchi dell’unica ricchezza che vale la pena avere. Non prevede scorciatoie, non prevede semplicità; richiede tempo, pensiero, analisi attenta e complessa. Solo dopo si può semplificare, parlare per slogan o seguire una frase di richiamo; soltanto dopo avere appreso una materia facendo un po’ di fatica se ne può fare una sintesi, omettere magari qualcosa e accorciare le frasi. Lo si può fare tra persone che danno per acquisita una conoscenza di base comune, un livello dato per scontato.

Rifletteteci.

Non è così che vanno informazione, comunicazione e dibattito.
Altrimenti capita che la comunicazione diventi un valore a prescindere dal contenuto del messaggio (troppo semplificato) che viene proposto.
Utile la prima parte del saggio di Mario Perniola, "Contro la comunicazione", alla qual lettura invito.



A noi – a ciascuno di noi – resta l’onere di pensare e di aumentare quel che conosciamo per comprendere meglio.

Complesso.

Con sfumature di grigio che non sono un annacquamento ma una messa a fuoco della realtà.

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