Poi un giorno lontano diremo che quello vinse.
Racconteremo ai figli in vacanza qui da noi, dall’estero dove
si saranno trasferiti per cercare lavoro, di come mai vinse e governò.
Diremo
che il competitore era in vantaggio nei sondaggi ma era troppo di sinistra per
alcuni, troppo poco per altri. Cercheremo di spiegare argomenti non facili da
spiegare a distanza di anni: per qualcuno, per esempio, era troppo vecchio non
ostante fosse più giovane di quello che vinse, comunque più anziano di un altro
che avrebbe voluto competere al posto suo.
Dovremo spiegare che il disgusto per la classe politica era
così forte che la cosiddetta società civile aveva candidato uno più a sinistra
e che quello, più a sinistra, gli levò legittimamente quella manciata di voti
che avrebbe scritto la storia in modo diverso. Quello più a sinistra stava con
quelli più a sinistra da sempre, che c’erano prima che lui si presentasse con
la società civile e che la società civile si era comunque sfilata dall’impresa
perché era in disaccordo con quelli dei partiti più a sinistra che si erano
spartiti le candidature.
Altri erano profondamente contro quello che vinse e governò ma non lo erano abbastanza per votare: dicevano che non si può votare contro qualcuno ma solo per qualcun altro che ci convinca.
Non li convinse nessuno.
Racconteremo ai nipoti delle favole che raccontò quello che
vinse. I nipotini sgraneranno gli occhi e chiederanno come fece a dare tutti
quei soldi ai cittadini. Noi gli carezzeremo il capo, sorrideremo bonari, e
spiegheremo loro che non accadde ma che per tanti fu bello crederci o, forse, che in
effetti ce li diede con la mano destra ma ce li sfilò con la sinistra.
Parleremo con i pochi amici rimasti e converremo che, in
realtà e contrariamente a quello che sostenevano illuminati un professore e gran parte
delle industrie del paese, sinistra e destra esistevano ancora all’epoca e con
qualche ragione di esistere. Anche senza i comunisti.
Regaleremo ai nipotini qualche lira per un gelato e loro
usciranno, dopo averci ringraziato con quel loro bell’accento inglese, per
andare a comprare un cono da centomila lire.
Cavolo.
RispondiEliminaChe tristezza.