Nel fine settimana mi hanno fatto notare che non tutte le persone che passano per questo blog sono iscritte al principale social forum presente nel web e che, se lo sono, non necessariamente sono miei contatti o seguono la pagina dedicata ai miei libri (intitolata “Cometa e bugie”).
Giusto.
Una intervista fattami da Carla Casazza per Bookavenue, mi ha dato la possibilità di dire diverse cose che penso sull’editoria in Italia oggi, sulle dinamiche che si stanno sviluppando nella evoluzione del mercato e sui motivi che mi hanno portato alla scelta di autoprodurmi.
Non ho espresso tutto quel che penso, per scelta di sobrietà e prudenza verso possibili scontri polemici, ma credo contenga riflessioni interessanti.
Ecco il link:
http://www.bookavenue.it/first-circle/item/897-il-coraggio-dellautoproduzione-marco-valenti-racconta-i-motivi-di-una-scelta.html
Buona lettura a chi ne ha voglia.
Pubblicare un libro significa provare a soddisfare il desiderio che quel che scrivi venga letto da più persone possibile. Le forme di ingresso al mercato sono molte ed hanno risultati disparati.
Magari un africano che piazza le sue favole di fronte a Feltrinelli in un anno vende più di un italiano che si è rivolto a un editore a pagamento.
Chissà…
Giusto.
Una intervista fattami da Carla Casazza per Bookavenue, mi ha dato la possibilità di dire diverse cose che penso sull’editoria in Italia oggi, sulle dinamiche che si stanno sviluppando nella evoluzione del mercato e sui motivi che mi hanno portato alla scelta di autoprodurmi.
Non ho espresso tutto quel che penso, per scelta di sobrietà e prudenza verso possibili scontri polemici, ma credo contenga riflessioni interessanti.
Ecco il link:
http://www.bookavenue.it/first-circle/item/897-il-coraggio-dellautoproduzione-marco-valenti-racconta-i-motivi-di-una-scelta.html
Buona lettura a chi ne ha voglia.
Pubblicare un libro significa provare a soddisfare il desiderio che quel che scrivi venga letto da più persone possibile. Le forme di ingresso al mercato sono molte ed hanno risultati disparati.
Magari un africano che piazza le sue favole di fronte a Feltrinelli in un anno vende più di un italiano che si è rivolto a un editore a pagamento.
Chissà…
Grazie per la segnalazione. Leggerò con interesse, dato che mi sto interessando anch'io all'autopubblicazione.
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