Doverosa premessa. Questo non è un blog dedicato ai libri. Provo a scrivere e sono un discreto lettore, ma non credo di avere particolari capacità di critico letterario. A volte ho segnalato qualche libro, pescando più che altro libri di autori poco noti, e ho “taggato” i relativi post alla voce “recensione” o “libri” (li trovate nella parte destra del blog, alla voce “Argomenti – Tag”). Quando succede è, un po’, una libertà che mi prendo, una eccezione: a volte uno spazio per raccontare di cose scritte da me.
Tutto ciò premesso, stavolta arrischio dare la mia impressione su un libro appena letto, anche se datato, importante e giustamente famosissimo: spero vorrete esercitare la vostra benevolenza.
Tutto ciò premesso, stavolta arrischio dare la mia impressione su un libro appena letto, anche se datato, importante e giustamente famosissimo: spero vorrete esercitare la vostra benevolenza.
John Fante
Chiedi alla polvereEinaudi - Stile libero
pp. XXXV - 234
€ 12,50
ISBN 9788806168056
Introduzione di Alessandro Baricco
Traduzione di Maria Giulia Castagnone
«Chiedi alla polvere è un romanzo costruito su tre storie. Prima: un ventenne sogna di diventare uno scrittore e in effetti lo diventa. Seconda: un ventenne cattolico cerca di vivere nonostante il fatto di essere cattolico. Terza: un ventenne italoamericano si innamora di una ragazza ispano-americana e cerca di sposarla.
Il tutto a bagno nella California.
Immaginate di fondere le tre storie facendo convergere i tre ventenni (lo scrittore, il cattolico, l'italoamericano innamorato) in un unico ventenne e otterrete Arturo Bandini. Fatelo muovere e otterrete Chiedi alla polvere. Ammesso, naturalmente, che abbiate un talento bestiale».Alessandro Baricco nella prefazione al libro.
«Cosí l'ho intitolato Chiedi alla polvere, perché in quelle strade c'è la polvere dell'Est e del Middle West, ed è una polvere da cui non cresce nulla, una cultura senza radici, una frenetica ricerca di un riparo, la furia cieca di un popolo perso e senza speranza alle prese con la ricerca affannosa di una pace che non potrà mai raggiungere. E c'è una ragazza ingannata dall'idea che felici fossero quelli che si affannavano, e voleva essere dei loro».John Fante nel Prologo a Chiedi alla polvere.
Ero fuori città, in vacanza, e a un certo punto – guardando uno scaffale di libreria – mi hanno chiesto se lo avessi già letto. Così è capitato che lo abbia preso e divorato: il mio primo Fante.
Sono rimasto avvinto dai diversi registri narrativi, dal lessico e dalla sintassi adoperate, dall’incedere delle vicende di Arturo Bandini.
Un libro sui sogni di gloria di uno scrittore e sulla sua crescita sentimentale che è anche un libro sui sogni di affrancamento dalle barriere etniche e dai pregiudizi.
Al protagonista, straordinario Bandini, si affiancano Camilla, messicana in cerca di integrazione con il sogno americano, e altri personaggi meravigliosamente tratteggiati con pennellate sempre funzionali alle tesi di Fante e mai ridondanti: l’ebrea Vera Rivken, l’anziano disilluso Hellfrick, la signora Hargraves che ospita Bandini nel suo alberghetto.
Non un cenno di troppo.
Tutti sullo sfondo di una Los Angeles di secondo ordine, mista di sogni e rassegnazione, di gloria e di morte: soprattutto spazzata dalla polvere del troppo vicino deserto.
Quando ho chiuso il libro, dopo aver letto il bellissimo prologo di Fante (uscito anni dopo la prima uscita di “Chiedi alla polvere”) ho letto l’interessante prefazione di Baricco e la incredibile storia (di difficoltà e cause giudiziarie) del libro: avevo un buon giudizio da dare e un buon sapore addosso.
Poi ho pensato che il libro è del 1939, che ha preceduto e influenzato tantissima produzione americana successiva, che è un libro da cui non si può prescindere. Il buon sapore mi è cresciuto dentro come certi vini rossi importanti sanno concedere, fino a comprendere questo libro come straordinario.
Questa la descrizione del libro sul sito Anobii:
Pubblicato per la prima volta nel 1939 è uno dei primi romanzi dello scrittore italo-americano, riscoperto in Italia e in Francia alla fine degli anni Ottanta dopo un lungo periodo di dimenticanza. La saga dello scrittore Arturo Bandini, alter ego dell'autore, giunge in questo romanzo al suo snodo decisivo. L'ironia sarcastica e irriverente, la comicità di Arturo Bandini si uniscono alla sua natura di sognatore sbandato, che ne fa il prototipo di tutti i sognatori sbandati che hanno popolato la letteratura dopo di lui. Al centro della vicenda è il percorso di Bandini verso la realizzazione delle sue ambizioni artistiche e la sua educazione sentimentale dopo l'incontro con la bella e strana Camilla Lopez...
Questo su Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Chiedi_alla_polvere
Questo sul film che ne hanno tratto (e che non ho visto): http://www.mymovies.it/film/2006/chiediallapolvere/
Avete letto “Chiedi alla polvere”?
Probabilmente.
Io lo ho fatto (forse) tardi ma sono molto felice di averlo fatto.
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