Non è
dovuto al luogo (in questo caso la spiaggia romagnola) ma al tempo estivo e ai
tempi che corrono.
Perciò dopo aver ispezionato per qualche giorno le letture
in corso sui lettini e sotto gli ombrelloni; dopo aver osservato orge di
tatuaggi ed epifanie di ammiccamenti; dopo aver visto a sufficienza esposizione
– sovraesposizione – di pelli che avrebbero meritato maggiore pudicizia; mi
sono reso conto che passeggiare senza occhiali sul naso ha almeno un paio di
vantaggi.
Il primo
vantaggio assolutamente edonistico è il perseguimento di una abbronzatura priva
di segni bianchi da stanghette e naselli. Il secondo è poter vedere letture
indistinte e non dover riconoscere quasi esclusivamente rotocalchi insulsi che
vivono riportando foto e gesta di personaggi illustri o, più spesso, aspiranti
notorietà; non distinguere scritte volgari sulle magliette; poter immaginare
solo nudità di classe.
Benedetta
ipovedenza!
Colonna
sonora: Giuni Russo – “Un’estate al mare”.
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