Pranzo (quasi) improvvisato con amici fidati e voglia di
contenere meglio possibile l’estate calda e improvvisa, con un violento aumento
di temperatura e nuove zanzare che si dimostrano indifferenti agli ultimi
ritrovati tecnologici messi in campo.
Debbo tornarci su ma, intanto, sembrano aver pareggiato i
conti: fino al giorno prima stavo vincendo ma poi è arrivato il caldo vero e,
evidentemente, si sono montate la testa.
La spesa mi rimanda code di mazzancolle, gamberoni doc, e
voglia di pasta fredda o, per dirla meglio, a temperatura ambiente.
Sbollento le mazzancolle per poi sbucciarle e buttarle nella
zuppiera insieme ai piselli lessati; stempero lo zafferano con latte e una noce
di formaggio spalmabile e aggiungo a mescolare.
I gamberoni li salto in padella con un po’ di vino bianco
(di cui dirò più avanti).
Li metto da parte per aggiungerli nei singoli piatti ma l’intingolo
va nella zuppiera comune a insaporire e amalgamare.
Un filo d’olio buono e una spruzzata di pepe bianco sulle
mezze maniche rigate scolate al dente e raffreddate sotto l’acqua corrente e il
piatto era pronto come da foto.
Una buonissima mozzarella di bufala, pomodori (col sapore) e basilico profumato a seguire.
Poi frutta fresca e gelato artigianale.
Un bel pranzo
domenicale di chiacchiere svariate, ma mai banali o scontate, condite di affetto
e prossimità e innaffiate con un vino bianco, fermo, scoperto di recente ma
molto amato: la Rebola romagnola.
Tredici gradi e mezzo, sentori (un po' vaghi per un ignorante come
me) di frutta e un corpo adeguato ad un vino che si possa dir tale, colore
paglierino e sapore armonico e morbido.
Un gran vino di una gran terra.
Del vino vi lascio il collegamento alla casa che lo produce,
Torre del Poggio a San Giovanni in Marignano (RN).
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