Può capitare di avere degli affetti geograficamente lontani: io ne ho a Palermo, città natale paterna, dove vivono zia, cugina, e nipoti vari. Pur sentendoli straordinariamente vicini ci sentiamo poco e ci vediamo ancora meno.
Quando andavo da loro, e la sorella di papà era un po’ più in forze, avevo le mie precise richieste alimentari: oltre ai dolci e al pane di Monreale, “pasta con le sarde”, “involtini di pescespada” e – ovviamente – “caponata”.
L’ultima ho imparato, stante la lontananza, a cucinarla e mi viene bene. Resta che la mia vita non dovrebbe essere tanto complicata da giustificare il non salire su un aereo per punta Raisi. Ci penso, spesso.
Però, intanto, vi regalo la ricetta.
la caponata di melanzane
Gli ingredienti sono per 4 persone ma siccome “più sta più è buona” vi consiglio di aumentarli: 4 melanzane di media grandezza, 2 cipolle medie, 100 gr. di capperi, 2 cuori di sedano, un paio di pomodori maturi, 150 gr. di olive verdi denocciolate, 1 bicchiere di aceto bianco, 3 cucchiai di zucchero, Olio extravergine d’oliva, Sale.
Preparate prima degli altri ingredienti le melanzane poiché devono perdere l’ ”amaro” per un paio d’ore. Tagliatele a tocchetti e copritele di sale grosso da cucina e acqua, una volta passato il tempo indicato asciugatele. Intanto potete preparare le 2 cipolle che andranno affettate finemente e soffritte con i cuori di sedano sempre sminuzzati, le olive e solo alla fine i capperi.
Personalmente preferisco, quando ho a che fare con cipolle e sedano, stufarli un po’ per ammorbidirli. Uso la stessa padella con cui soffriggerò mettendoci un bicchiere d’acqua e coprendola. Dopo aver fatto rosolare questo preparato si aggiungono i pomodori maturi che andrebbero preventivamente sbollentati e privati di pelle e semi. Lasciate cuocere questo sughino per una quindicina di minuti. Le melanzane, fatte a cubetti vanno fritte a parte in olio d‘oliva abbondante ed aggiungetele a frittura ultimata al sugo preparato.
Si unisce lo zucchero all’aceto nel bicchiere, lo si mischia con un cucchiaino e lo si versa sulle melanzane alzando la fiamma e si lascia cuocere fino a che tutti gli ingredienti sono ben amalgamati (questione di massimo 10 minuti).
Lasciate raffreddare e servite.
Da berci sopra un vino rosato o, al limite, un rosso leggero: se volete rimanere in Sicilia un “Cerasuolo di Vittoria, altrimenti un Cirò rosato.
“…Enjoy!”
Cirò rosato Doc - Regione di produzione: Calabria
Uve: Gaglioppo 100% (o al 95% con aggiunta di alcune uve consentite) - Tipologia del terreno: argilloso, calcareo - Sistema di allevamento e densità d’impianto: alberello, 5000 piante ad ettaro - Resa per ettaro al raccolto in uva: 90 quintali - 65 ettolitri - Epoca di vendemmia: seconda metà di settembre inizio ottobre - Grado alcolico: 13°- Vinificazione: in acciaio termocondizionato, con pressatura soffice delle uve e breve salasso dopo 12 ore di macerazione a contatto con le vinacce - Affinamento: in acciaio con una permanenza in bottiglia di alcuni mesi prima della commercializzazione - Periodo ottimale di consumo del vino: fino a tre anni, ma è consigliabile consumarlo giovane per apprezzarne particolarmente la fragranza aromatica - Abbinamenti gastronomici: splendido vino da salumi e antipasti freddi (perfetto con la parmigiana di melanzane), è ottimo su preparazioni di pesce in umido o alla griglia, su grigliate di carne e pollame, sui piatti piccanti e sul coniglio alla cacciatora. - Cirò rosato Doc - Comune di produzione: Cirò, Cirò Marina e Crucoli
miam miam ! you cook it for me ...soon ? ^^
RispondiEliminaSure monette! I'm waiting for ,too
RispondiElimina:-)
I'll do that, monette...
RispondiEliminaIt will be a pleasure (I hope for you too....)
miiiiii....!
RispondiEliminala caponatina!
e adesso come si farà la faccina che si lecca i baffi?
mah!
spalluzza
domani pinella porta la caponatina e io prego che sia alla siciliana....
RispondiElimina