L’ULTIMA OCCASIONE
Succede un po’ a tutti di svegliarsi con una canzone in testa. Spesso sono canzoni popolari ascoltate un bel po’ di anni prima che si riaffacciano, inaspettate, e te ne ricordi qualche brano, magari la melodia o il ritornello.
A me è capitato, prepotentemente, di percorrere la strada da casa al lavoro con questa canzone nel cervello, sempre più presente metro dopo metro al punto che mentre parcheggiavo la vespa cantavo incurante degli sguardi dei passanti.
Si: in auto, come in Vespa, come per casa canto e fischio. Ciascuno ha le sue modalità nell’aggredire il mondo: una canzone li seppellirà (o ci salverà: non so).
A parziale giustificazione va detto che la canzone in questione è splendida, struggente, romantica.
“L’ultima occasione”, 1965, un quarantacinque giri cantato da Mina, parole di Del Monaco e musica di Jimmy Fontana, cantata anche da Ornella Vanoni, Claudio Baglioni, Francesco Renga.
Se girate un po’ sul tubo troverete diversi video.
Una come te
io non la troverò mai più
una come te.
No, non posso più
chiederti tempo per cambiar
perché
sarebbe inutile
sarebbe solo per pietà
ed io non voglio più pretendere le cose che non merito
da te.
E perderò così
anche quest'ultima occasione che mi dai
e sarà tardi quando
cercherò di te.
Ma non posso più
chiederti tempo per cambiar
perché
sarebbe inutile
sarebbe solo per pietà
ed io non voglio più pretendere le cose che non merito
da te.
E perderò così
anche quest'ultima occasione che mi dai
e sarà tardi quando
cercherò di te
di te...
le cose ci sono, sono lì a rispondere ai nostri sguardi più o meno sicuri, alle domande che non facciamo e nemmeno sappiamo, a salvarci e a condannarci: sempre e pur tuttavia solo cose. Sarebbero chiare se noi non fossimo così confusi. Non sono le cose a comandare ma l'atteggiamento che abbiamo noi di fronte ad esse. Come ci poniamo, come scegliamo se parlare o meno e cosa dire e cosa tenere per noi e non condividere. Cosa lasciare andare.
La trovo bellissima, e dolorosa...
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