Roma è una
città troppo importante
perché il giudizio su di essa si impantani
sul gossip e
sugli scandali
spesso presunti, gonfiati e poi smontati tardivamente
dalle
cronache giudiziarie.
Questo giova
solo a dividere il pensiero comune in mille pensieri differentemente sfumati o
a prendere parte al peggior tifo calcistico se non a far parte fideisticamente
di una squadra senza nemmeno capire fino in fondo chi ci gioca davvero.
Il rischio è
di rimanerci male come cittadini.
Accadde con
Marino Sindaco.
Giudicato inadeguato per vicende da due soldi, scontrini e
multe, dalle quali è uscito totalmente pulito ma – nel frattempo – disarcionato
con atto notarile anche dalle forze che lo hanno sostenuto (e dalle quali si
aspetta ancora autocritica).
Accade
nuovamente sullo stadio a Tor Di Valle dove tutti hanno scritto di tutto e
parecchi hanno gareggiato nel dare il peggio di se stessi.
Qui se ci siano
stati finanziamenti illeciti
o pressioni indebite lo diranno i magistrati
ma ci
riflettano sopra i puri del nessun finanziamento pubblico ai partiti,
perché se
il Paese non finanzia l’attività politica in modo trasparente
finirà per farlo
qualcun altro
con logiche non necessariamente filantropiche.
Non è questo
che deve farci giudicare l’operato della giunta Raggi ma le condizioni
miserrime, respingenti, divisive, tristissime nelle quali versa la Capitale d’Italia
anche per tutto quello che la Sindaca non ha fatto.
In primis,
certamente, in termini di manutenzione minima della città.
Neanche entro nel
merito perché che molto sia peggiorato è troppo lampante.
Comunque serve fare
quel che si deve e ascoltare le realtà sociali, le reti civiche, la
cittadinanza attiva (invece di reprimere, mortificare, smantellare e
sgombrare).
Qualcosa si è mosso, partendo dal basso e dai territori (invece che
dalle segreterie dei Partiti) nel III e nell’VIII municipio grazie a Caudo e a
Ciaccheri.
È troppo immaginare che accada anche nel Comune?
Comunque laddove le colpe o le competenze ricadano su
altri livelli di governo insistenti sul territorio di Roma città, Roma Capitale
e Roma Città Metropolitana il primo dovere del Sindaco di Roma è quello di
denunciare e combattere.
Perché Roma
merita giustizia e non favori.
La modifica
costituzionale che nel 2001 istituiva Roma Capitale non ha avuto legge (norma e
finanza) che desse gambe per camminare ed era già chiaro da lì che la sfida non fosse di “campanile”
ma Nazionale. Quanto è seguito (o, piuttosto, non è seguito) è già chiaramente
un fallimento nazionale. La questione Roma è italiana e planetaria.
Ma cosa non
sta facendo Roma?
Uno. Rinegoziare
il debito con Cassa Depositi e Prestiti;
Due. Chiedere
di rivedere la ripartizione attuale delle risorse aggiuntive derivanti dalle
politiche di coesione e ovviamente vigilare su quelle – poche – attualmente in
gioco;
Tre. Pretendere
risorse ordinarie per Roma città metropolitana e Roma Capitale;
Quattro. Pretendere
il coinvolgimento istituzionale dei diversi livelli di governo che insistono
sul territorio in termini di mobilità, ambiente e gestione del ciclo dei
rifiuti, sanità, welfare, inclusione sociale.
E cosa è
necessario,
indispensabile,
per lo sviluppo del territorio di Roma?
Un’idea di
città purchessia
e una pianificazione
di cosa occorra a realizzarla.
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