Comincerei con il definire
come terrorista un uomo che semina il terrore.
Da questo assunto condiviso definiamo in
questo modo un uomo di colore che a bordo di un furgone semina il panico tra la
folla di una qualsiasi città uccidendo persone. Terrorizzando.
Che sia folle è per quasi
tutti noi ovvio, così come è evidente che la sua follia è alimentata del
disagio personale ma anche da condizionamenti esterni che lo incitano e lo
inducono a compiere l’atto che comunemente definiamo “atto terroristico”.
Perciò stigmatizziamo,
giustamente, una cattiva propaganda di Imam imbonitori di odio e, con un nesso
logico, li definiamo mandanti.
In più deprechiamo l’odio
razziale che ci rende esposti a teli folli atti.
Il 3 febbraio 2018 a Macerata
un pazzo ventottenne ha sparato per due ore dalla propria automobile a tutte le
persone di colore che incontrava, prima di venire arrestato.
La città ha chiuso
per tre ore per terrore.
Possiamo perciò definirlo un
terrorista secondo i ragionamenti fatti.
Ciascuno ha il diritto di
cercare “gli Imam” che, cattivi maestri, hanno armato la sua folle azione
terroristica senza che alcuno abbia da eccepire.
Responsabili morali;
mandanti.
Qualcuno di questi mandanti
potrà essere votato dal popolo italiano alle prossime elezioni politiche.
Buon voto a tutti.
Si è visto come è andata e come sta andando. Povera Italia!
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