Ci sono ricascato e mi prendo tutta la responsabilità.
Avevo deciso di non sbagliare più ma qualche giorno fa ho commesso un’altra volta lo stesso errore.
La debolezza di non aspettare un sabato mattina libero; il desiderio di sfruttare l’esigua pausa che il Paese mi concede per mangiare; l’urgenza e il bisogno; tutto ciò mi ha fatto ripiombare nello stesso sbaglio stupido.
Avevo pianificato tutto nei minimi dettagli: tutto era pronto.
Invece?
Invece ho varcato la soglia, preso il numero giusto, visto le stessa facce indolenti, gli sguardi pigri, i movimenti incredibilmente lenti, spaventosamente e oscenamente dilatati nei tempi qual che fossero tutti, nessuno escluso, dei bradipi in digestione.
Ho ascoltato le stesse risposte di sempre, declinate secondo bisogna:
a) Non lo chieda a me;
b) Aspetti solo un attimo;
c) Non dipende da noi;
d) Deve parlare con il direttore, ma ora è occupato;
e) Ah, questi terminali!
Perciò?
Perciò settantadue interminabili minuti
(72: un'ora e 12minuti)
per fare una raccomandata
nello stesso assurdo e allucinante ufficio postale di cui avevo scritto qui:
http://www.lecosesonocomesono-mv.blogspot.com/2011/03/post-di-poste.html
Un anno di astinenza da un ufficio di (self-censored-term) e ci sono ricaduto.
Grrrr…
Grrrr…
Maledettissime poste cibernetiche! Da quando, poi, vogliono fare anche da banca...
RispondiElimina"Un vecchio errore vuole inseguirmi
RispondiEliminae incatenarmi e transcinarmi lì davanti...". Purtroppo è solamente colpa mia. Certi uffici se li conosci li eviti. Almeno dovresti...
non mi lamenterò mai più dell'ufficio postale di Piazzale Roma dove il mio picco è stato di 30 minuti di attesa...giurin giurello non mi lamento più...ssarà perchè Venezia è un'isola?
RispondiEliminaBuona serata