marco valenti scrive

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21 novembre 2016

René Magritte



Il 21 novembre 1898 nasce in Belgio René Magritte.


I suoi quadri mi hanno accompagnato nel diventare adulto e mi hanno fatto sognare diversamente da come avrei fatto se non li avessi visti.



Oggi  mi va di ricordarmelo e raccontarvelo.




http://it.wikipedia.org/wiki/Ren%C3%A9_Magritte





La canzone di Paul Simon è bellissima.



Rene and Georgette Magritte
With their dog after the war
Returned to their hotel suite
And they unlocked the door
Easily losing their evening clothes
They danced by the light of the moon
To the Penguins, the Moonglows
The Orioles, and The Five Satins
The deep forbidden music
They'd been longing for
Rene and Georgette Magritte
With their dog after the war

Rene and Georgette Magritte
With their dog after the war
Were strolling down Christopher Street
When they stopped in a men's store
With all of the mannequins dressed in the style
That brought tears to their immigrant eyes
Just like The Penguins, the Moonglows
The Orioles, and The Five Satins
The easy stream of laughter
Flowing through the air
Rene and Georgette Magritte
With their dog apres la guerre


Side by side
They fell asleep
Decades gliding by like Indians
Time is cheap
When they wake up they will find
All their personal belongings
Have intertwined
Oh Rene and Georgette Magritte
With their dog after the war
Were dining with the power elite
And they looked in their bedroom drawer
And what do you think
They have hidden away
In the cabinet cold of their hearts?


The Penguins, the Moonglows
The Orioles, and The Five Satins
For now and ever after
As it was before
Rene and Georgette Magritte
With their dog after the war

14 novembre 2016

Sinìst-Dest; Sinìst-Dest; Passo!



"Tutti noi ce la prendiamo con la storia 
ma io dico che la colpa è nostra 
è evidente che la gente è poco seria 
quando parla di sinistra o destra. 

Ma cos'è la destra cos'è la sinistra?"





Qualcuno, impropriamente, sta affermando che “destra” e “sinistra” siano categorie rimaste nello scorso millennio.

Forse lo sono le ideologie.
Certamente non lo sono le idee e, soprattutto, le politiche. 
Fatta salva la cosiddetta “destra sociale” che ha sempre avuto il mio rispetto e diverse forme di cattolicesimo genuinamente volto al sociale e al contrasto della povertà, le politiche sono sempre state, sono e saranno sempre collocabili in uno spettro che va dalla estrema destra alla estrema sinistra.

Non è un caso che negli ultimi decenni nel nostro Paese abbiamo avuto governi di Centrodestra o di Centro-Sinistra (con o senza trattino); governi che, secondo i casi, hanno attuato politiche e misure più o meno orientate in un senso o nell’altro.

Orbene anche fuori dalle ideologie comunista o socialista possono esistere politiche di sinistra: che gli interpreti, i fautori, i proponenti, di queste misure “un po’ più di sinistra” o “connaturate come di sinistra” siano personalmente credibili e quanto siano in grado di convincere il cosiddetto corpo elettorale (la gente, la pancia delle persone, la maggioranza del consenso) è un altro discorso.

Sarebbe come dire non appena usciti dal teatro: “Bellissimo testo ma gli attori erano dei cani!”. Ciascuno di noi avrà simpatie e antipatie ma spero che qualcuno voglia ancora discernere la bontà del vino dalla carineria dell’oste: potremmo venire avvelenati da un pessimo vino perché propinatoci da uno straordinario affascinante affabulatore.

La personalizzazione della politica (principalmente nel leader e in secondo luogo negli individui di spicco della sua compagine) è stata, ed è, infausta. 
Guardiamo l'Oste e non pensiamo alla bontà del vino che ci offre. 
Se la prendiamo da questo verso, sbagliando, ritengo sinceramente impossibile non trovare sia "brutti" che "belli" in ogni rassembramento politico e mi pare puerile e improprio andare a contendere su questo. A dirla fino in fondo mi sembra un po' cretino ma può darsi che ci siamo progressivamente rimbecilliti tutti.
Sarà cominciata quando ero solo un ragazzo e si denigrava Berlinguer dicendo che era ricco e "possedeva mezza Sardegna"? O forse nelle sfide mediatiche continue tra Tizio e Caio. Sarebbe interessante approfondire ma non è quello che mi interessa (qui e ora).

Torniamo alle cose, che sono come sono: provo a definire qualcosa di sinistra e, per contrasto, sarà chiaro ciò che non essendolo può essere considerato di destra. 
Ripeterò qualcosa che ho già detto e scritto: a giustificazione posso solo dire che se alcune cose le reputavo sinceramente di sinistra non ho cambiato idea.

Già la prima basterebbe, ma se le leggerete tutte mi fa piacere.


Tassare di meno il lavoro e di più le rendite per livellare il punto di partenza di ogni cittadino.

Tassazioni modulate e 
feroce lotta alla evasione e alla elusione. 
Tutela del lavoro e dei lavoratori.
Tutela dei più deboli, bambini, anziani e malati.



Investire nella istruzione pubblica e nella ricerca prima di favorire la scuola privata.

Regolare il mercato anche attraverso liberalizzazioni e semplificazioni ma mantenendo rigorosamente pubbliche l’aria, l’acqua, i servizi essenziali per i cittadini.

Energia pulita e trasporti pubblici efficienti.

Diritti civili a prescindere dal credo politico o dalle identità sessuali. Integrazione e inclusione dei migranti.

Chi nasce in Italia è italiano.
 Mediazione nei contrasti internazionali subito e non quando è tardi. 
Visione ideale di uno stato sociale europeo e degli Stati Uniti d’Europa con obbligo di moneta unica e politiche fiscali, monetarie ed estere comuni.
Libertà della circolazione delle idee, delle persone, delle merci. 
Sentirsi parte di una collettività per cui non è pensabile abbandonare nessuno a vantaggio magari di una minoranza fortunata. 
Sentirsi rappresentati non da “un uomo al comando” ma da “una squadra di governo” in un sistema democratico in grado di rappresentare nel miglior modo possibile il volere sovrano dei cittadini.
Lasciare in maggior spazio possibile ai cittadini e alle loro associazioni, al terzo settore, al volontariato, perché siano non soltanto informati ma anche ascoltati e coinvolti nei processi decisionali e nelle cose da fare.
“Dare a ognuno secondo il suo bisogno e prendere da ognuno secondo le sue possibilità”.
Tutte queste cose (e molte altre ancora) appartengono ad una visione “di sinistra” che necessita di interpreti e di politiche consequenziali. Chiaro che "gli interpreti" debbano avere modi efficaci e mezzi adeguati per spiegare le proprie idee, poterle argomentare con calma, coinvolgere intorno a queste idee le persone.
Chiunque può misurare l’azione di qualsiasi governo di qualsiasi Paese e vedere se attua politiche di sinistra o di destra.

Per capirci: la riforma sanitaria di Obama è stata di sinistra.
Per capirci: aver tolto qualsiasi forma di tassazione sulla casa è di destra.


Consideratele idee personali di chi scrive. Ragionateci se volete. 
Tornando all’esempio precedente non sono un oste e non ho vino da vendere. Un bicchiere da offrire agli amici c’è sempre, ma non sto vendendo nulla: come sempre nel mio blog – che rimane assolutamente generalista e non tematico – dico cose che ho voglia di dire e non potrò mai essere un politico, sia per raggiunti limiti di età che  per l'incredibile moltitudine di politici energici, giovani, straordinariamente preparati e molto
 ma molto più intelligenti di me.



post scriptum: che la canzone di Gaber "destra sinistra" la ho sempre considerata una geniale ironia l'avevo già detto?

Fare il bagno nella vasca è di destra  far la doccia invece è di sinistra
un pacchetto di Marlboro è di destra  di contrabbando è di sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Una bella minestrina è di destra  il minestrone è sempre di sinistra
tutti i films che fanno oggi son di destra  se annoiano son di sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Le scarpette da ginnastica o da tennis  hanno ancora un gusto un po' di destra
ma portarle tutte sporche e un po' slacciate  è da scemi più che di sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...

I blue-jeans che sono un segno di sinistra  con la giacca vanno verso destra
il concerto nello stadio è di sinistra i prezzi sono un po' di destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
I collant son quasi sempre di sinistra  il reggicalze è più che mai di destra
la pisciata in compagnia è di sinistra  il cesso è sempre in fondo a destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
La piscina bella azzurra e trasparente è evidente che sia un po' di destra
mentre i fiumi, tutti i laghi e anche il mare  sono di merda più che sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...

L'ideologia, l'ideologia
malgrado tutto credo ancora che ci sia
è la passione, l'ossessione
della tua diversità
che al momento dove è andata non si sa
dove non si sa, dove non si sa.

Io direi che il culatello è di destra la mortadella è di sinistra
se la cioccolata svizzera è di destra la Nutella è ancora di sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Il pensiero liberale è di destra ora è buono anche per la sinistra
non si sa se la fortuna sia di destra la sfiga è sempre di sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Il saluto vigoroso a pugno chiuso è un antico gesto di sinistra
quello un po' degli anni '20, un po' romano è da stronzi oltre che di destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Tutto il vecchio moralismo è di sinistra  la mancanza di morale è a destra
anche il Papa ultimamente è un po' a sinistra  è il demonio che ora è andato a destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
La risposta delle masse è di sinistra con un lieve cedimento a destra
son sicuro che il bastardo è di sinistra il figlio di puttana è di destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Una donna emancipata è di sinistra riservata è già un po' più di destra
ma un figone resta sempre un'attrazione che va bene per sinistra e destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...

Tutti noi ce la prendiamo con la storia ma io dico che la colpa è nostra
è evidente che la gente è poco seria quando parla di sinistra o destra.

Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...

Destra-sinistra 



11 novembre 2016

Esagerazioni sulla resilienza




Si fa un gran parlare del termine resilienza, mutuato dal mondo della meccanica, e lo si propone come valore in ambiti totalmente nuovi.
La resilienza di una città, o di un popolo, o di un individuo.
La capacità di resistere alle sollecitazioni, alle avversità, e quella di adattarsi alle mutate situazioni.

Tutto questo è considerato sempre più come qualcosa di positivo, di meritorio, e si moltiplicano articoli, saggi e convegni che lodano chi è resiliente e invitano tutti alla resilienza.

Francamente, nella migliore delle ipotesi, siamo di fronte ad un fraintendimento.