marco valenti scrive

marco valenti scrive

20 agosto 2013

Prima pioggia d'agosto

Prima pioggia
d'agosto 
in Romagna.

Mi vedo costretto 
ad un commento.

Significativo.




La vacanza la decidi tu.

Sempre.

Pure se piove 
o anche 
se sei tornato a lavorare.

Sappilo.

Tienilo a mente.

19 agosto 2013

i racconti dei vecchi


Giusto un appunto sui racconti dei vecchi.

Vecchi.

Non anziani o diversamente giovani.
I racconti dei vecchi.

I racconti delle persone anziane funzionano meglio. 
Raccontano pezzi di storia che tu vedi sfilare in bianco e nero. 
Non hanno lo stesso sapore se li riporta uno più giovane o se sei tu a raccontarli.

Perché tu puoi dire che Antonio ti ha raccontato di quando, quella volta, ha vissuto la tal cosa o ha visto la tal altra.
Però non c’eri e Antonio invece era lì che la viveva.
Tu la ascolti in bianco e nero e lui aveva i colori e gli odori e tutto il sapore.
Amaro o dolce non importa.

Il sapore delle storie dei vecchi è autentico. 
Il tuo no. 
Non ci puoi fare niente. 
Puoi solo ricordare, sperare di diventare vecchio e che qualcuno ti ascolti.
Qualcuno che ti ascolti quando sarai vecchio e non si annoi a sentirti raccontare ma gli venga voglia di provare a condividere un sapore antico.
Saprà che può soltanto provarci e che il sapore che sentirà sarà senza i colori, in bianco e nero.
Proverà a immaginare, come te adesso, ascoltando i racconti dei vecchi.

Ognuno ricorderà i vecchi che ha conosciuto, se li ha saputi ascoltare.

Ogni persona che ha saputo ascoltare avrà voglia di diventare vecchio e di essere lui il narratore e non si sentirà degno per rispetto a quando ascoltava, rapito, i vecchi raccontare.



Ognuno, per diventare grande, avrà vecchi davanti da piangere.

12 agosto 2013

sette metri almeno



Sette metri.

Succede che me ne stia in vacanza e che guardi i fuochi artificiali dalla terrazza, alta nel paese e ben ventilata. Quindi capita che beatamente mi goda tutto lo spettacolo su una comoda poltroncina imbottita e che a fuochi finiti mi fumi una sigaretta facendo belle chiacchiere notturne.



Poi però, scavallando le gambe per alzarmi, il telefono scivola dalla tasca sinistra dei miei pantaloncini, rimbalza a terra per poi scivolare nel vicolo sotto la ringhiera. 

Non meno di sette metri, forse anche otto, e impatto con una bella pavimentazione medioevale.

Mi precipito nel vicolo e raccolgo i resti sparpagliati. Il corpo centrale, la batteria, il coperchio della batteria, una delle due sim card.

E’ un Nokia 206 dual sim, acquistato qualche mese fa al prezzo di cinquanta euro.
Lo rimonto, lo accendo, noto un paio di graffi importanti.

Però funziona perfettamente.
Nessuna funzionalità danneggiata.
Come se non fosse successo.



Fatelo con uno smartphone, o con un Ipad, o con un Non-Nokia e fatemi sapere.


Se questo post somiglia ad uno spot pubblicitario sappiate che non percepisco denari da Nokia (ma l’adoro ugualmente).