marco valenti scrive

marco valenti scrive

29 luglio 2013

VACANZA



Riposatevi,
o divertitevi,
o fate tutte e due le cose.

Io ve lo auguro e, per quel che mi riguarda, comincio adesso.

Mai avuto così bisogno di rendermi vacante.

Il blog non chiude per ferie ma quasi.

marco 
emmevù

22 luglio 2013

Auguri Kramer!


Oggi è il 22 luglio 2013.
Francesco Kramer Gorni era nato il 22 luglio del 1913  in provincia di Mantova, a Rivarolo.  È stato un compositore, un direttore d’orchestra, fisarmonicista, contrabbassista (diplomato al Conservatorio di Parma), arrangiatore, produttore discografico. 
Ha registrato in SIAE più di mille canzoni.
Attivo dal 1930 al 1995  quando è morto a Milano, in ottobre.

Ha collaborato con Natalino Otto, Lelio Luttazzi, con il quartetto Cetra, con Garinei e Giovannini. 

È stato presente con la sua orchestra attraversando tutta la nostra televisione in bianco e nero, dal Musichiere di Mario Riva in poi.
Nella commedia musicale italiana ha firmato le musiche di Attanasio cavallo vanesio, Alvaro piuttosto corsaro, Giove in doppiopetto, buonanotte Bettina e tante altre.

Pippo non lo sa.
Un bacio a mezzanotte.
Vi ricordate?

Il 22 luglio del 1913 nasceva Gorni Kramer.

Auguri Signor Kramer: ci ricordiamo con piacere di te.



16 luglio 2013

viaggio al termine della notte


“La vita è questo, 
una scheggia di luce che finisce nella notte.”.




Ci sono casi in cui mi dico che non essere un recensore di libri sia una fortuna che posso sfruttare per parlare a mio completo piacimento e senza un ordito precostituito di un testo. 
Lo faccio molto raramente nel blog, con passione, rivolgendomi spesso a libri di esordienti che meriterebbero assolutamente di essere più conosciuti e più letti o a qualche libro che mi ha particolarmente colpito. 
Qui siamo nella seconda fattispecie, ça va sans dire.

Ho cominciato a leggere una prima volta il romanzo a dicembre 2012, ho lasciato tempo ad altri libri, lo ho ricominciato almeno altre due volte per terminarlo a luglio duemilatredici. 
Lo ho letto lentamente, con attenzione, ne ho riletto dei passi spesso. 
Arrivato alla fine del viaggio sapevo con assoluta certezza che ne avrei intrapreso nuovamente la lettura, magari per qualche tratto. Sono certo che incontrerò di nuovo Ferdinand Bardamu e la sua storia, le sue storie, il suo cammino.

Mi prendo i miei rischi e la mia responsabilità.

Un post lunghissimo che farà storcere il naso a chiunque sappia un po’ di come si blogga e un testo con delle pretese che chi sa scrivere di libri, magari in un sito tutto dedicato ai libri, non mi perdonerà.

A chi mi legge e un po’ mi conosce dico solo, a parziale giustificazione, che provo a dire qualcosa di quello che forse, finora, è stato il più incredibile, stupefacente e importante libro che abbia letto. 
So di essere ignorante e imperfetto e scrittore che deve ancora imparare tanto ma siamo – senza dubbio – nei dieci libri più importanti della mia vita.

Basta giustificazioni. Vi esorto a prendervi il vostro tempo.


La scheda.

Viaggio al termine della notte
Louis Ferdinand Céline
Corbaccio Editore
ISBN: 978-88-6380-172-9
www.corbaccio.it
Collana “I grandi scrittori”
Anno dell’edizione 1992
576 pagine
Titolo originale: Voyage au bout da la nuit
Traduzione dal francese di Ernesto Ferrero





Dalla copertina


A ottant'anni dalla sua pubblicazione e a cinquanta dalla morte del suo autore, Viaggio al termine della notte si impone come il romanzo che ha saputo meglio capire e rappresentare il Novecento, illuminandone con provocatoria originalità espressiva gli aspetti fondamentali. 
«Céline è stato creato da Dio per dare scandalo», scrisse Bernanos quando nel 1932 il romanzo diventò un successo mondiale, suscitando entusiasmi e contrasti feroci. Lo «scandalo Céline», che dura tuttora, è la profetica lucidità del suo delirio, uno sguardo che nulla perdona a sé e agli altri, che ha il coraggio di affrontare la notte dell'uomo così com'è. L'anarchico Céline, che amava definirsi un cronista, aveva vissuto le esperienze più drammatiche: gli orrori della Grande Guerra e le trincee delle Fiandre, la vita godereccia delle retrovie e l'ascesa di una piccola borghesia cinica e faccendiera, le durezze dell'Africa coloniale, la New York della «folla solitaria», le catene di montaggio della Ford a Detroit, la Parigi delle periferie più desolate dove lui faceva il medico dei poveri, a contatto con una miseria morale prima ancora che materiale. Totalmente nuovo, nel panorama francese ed europeo, è stato poi il suo modo insieme realistico e visionario, sofisticato e plebeo con cui Céline ha sputo trasfigurare questa materia incandescente. Per lui, in principio, è l'emozione, il sentimento della vita: di qui l'invenzione di un linguaggio che ha tutta l'immediatezza del «parlato» quotidiano, capace di dar voce, tra sarcasmi e pietà, alla tragicommedia di un secolo. Questo libro sembra riassumere in sé la disperazione del Novecento: è in realtà un'opera potentemente comica, esilarante, in cui lo spettacolo dell'abiezione scatena un riso liberatorio, un divertimento grottesco più forte dell'incubo. 
Oggi il Viaggio, nella classica traduzione di Ernesto Ferrero, scrittore particolarmente attento al «colore» dei linguaggi, si offre a nuove generazioni di lettori con l'intatta freschezza di un «classico» che non finisce di stupire per la sua modernità.



L’autore




Il traduttore

L’opera dei traduttori è importantissima e mai abbastanza valorizzata. 
Ernesto Ferrero è il traduttore di questa edizione. 
Ernesto Ferrero (Torino, 1938) ha lavorato a lungo nell’editoria (dove tra l’altro è stato direttore editoriale di Einaudi e Garzanti e direttore letterario di Mondadori). Dal 1998 è direttore del Salone internazionale del libro di Torino. Tra i suoi libri, i romanzi N. (Premio Strega 2000), L’anno dell’Indiano (Einaudi 2001), La misteriosa storia del papiro di Artemidoro (2006), tutti presso Einaudi; una biografia di Barbablù, il mostruoso Gilles de Rais del Medioevo francese (ora nei Tascabili Einaudi); le Lezioni napoleoniche (Mondadori), il monologo teatrale Elisa (Sellerio), una biografia per immagini di Italo Calvino (Album Calvino, con L. Baranelli, Mondadori), i libri di memorie I migliori anni della nostra vita (Feltrinelli, 2005) e Rhêmes o della felicità (Liaison, 2008) e Primo Levi. La vita, le opere (Einaudi 2007).
Per i bambini ha scritto L’Ottavo Nano (Il Battello a vapore) e Il giovane Napoleone (Gallucci). Traduttore di Flaubert e Céline, collabora a “La Stampa”. Il suo nuovo romanzo Disegnare il vento. L’ultimo viaggio del capitano Salgari, racconta le vite reali e immaginarie dello scrittore veronese, a cento anni dalla scomparsa (Einaudi, Premio Selezione Campiello 2011).
E’ presidente del Centro internazionale di studi Primo Levi di Torino.


A proposito della traduzione (anzi:delle traduzioni!) con sincera ammirazione suggerisco un “viaggio nel viaggio” andando ad omaggiare e saccheggiare avidamente un sito su Céline e la sua opera partendo da questo straordinario articolo

dove si parla, sapendo parlare, della prima importantissima traduzione italiana del libro.


Quello che mi sento di dirti io, per quel che vale.

“Ci sbatterai per caso, per combinazione; resterai frastornato e ti farà riflettere; 
tornerai indietro di un capitolo, sottolineerai una frase o la ricopierai in un quaderno che magari perderai.

 Quelle parole un bel giorno, improvvisamente e senza quaderno, saranno un sapore in bocca senza sapere da dove è arrivato. 
Sentirai un lieve stordimento, passeggero. 

Può darsi che ti lasci un interrogativo e la voglia di trovare una domanda che soddisfi quella risposta che ti ronza dentro. 
Sarà quel libro o quella frase da quel libro o molte frasi che danno il senso. 
Tu darai significato a quelle cose scritte e ti sentirai importante per loro e ti sembrerà che ti ringrazino, le cose e il libro, di non avere capito fino in fondo ma della tua voglia di capire perché ti sei fatto una domanda”.

Il mondo pullula di gente che ha capito tutto. 
Le parole del Viaggio al termine della notte torneranno. Ringrazierai il loro tornare e poco importa se Céline scriveva come scriveva e costruiva a modo suo il linguaggio. 
Dickens c’è sempre ed è un porto sicuro. 
Amo Dickens, sia chiaro. 
Ci sono tanti porti meravigliosi, turistici perfino. 
Il viaggio di Céline invece è un bel cazzotto, più di uno. 

Salutari schiaffoni a dare scossa, a muovere paludi, a fare domande scomode.

Il senso del viaggio, della vita, della notte, del nostro passaggio. Il senso o il nonsense della vita umana.

Ripenserai a decine di libri che hai letto e amato prima di questo e ti parrà che da questo si sono nutriti e che senza questo libro sarebbero stati altri libri o, forse, non sarebbero stati.
Se coglierai il senso del libro non sarà importante la frammentazione dello stesso nei diversi momenti della vita, odissea, del protagonista Bardamu e neanche il suo precipitare, in varie parti ma soprattutto nel lungo finale francese, in momenti di sfasamento e di alienazione dalla realtà.
È solo apparenza che un grandissimo autore ci getta addosso, nero di seppia, mascheramento di una analisi in realtà lucidissima e spietata di una società piramidale, sfruttatrice, classista e guerrafondaia che se ne frega di ciascun Bardamu e dei suoi istinti genuini e politicamente scorretti (molto scorretti) nel nome delle convenzioni, delle patrie, dell’aridità del mondo del profitto e della sopraffazione.
Magari alla fine amerai Bardamu e il suo alter ego Léon Robinson o tutte le donne che ha incrociato e il modo scarno ma, in fondo, più onesto di tanti come le ha incrociate. Molly, Lola, Musyne.


10 luglio 2013

cinquecento






Dal 22 agosto 2008, prima di questo post, ne sono usciti quattrocentonovantanove.

Mi sono detto che questo sarebbe stato il cinquecentesimo.

Cose ne ho fatte; altre sono successe; altre mi sono capitate.

Oltre novanta “sassolini dalle scarpe”, più di settanta pezzi di musica (con un senso), trentasei ricette e cinquanta post sul bere con un senso.

Libri (non solo quelli scritti da me) e recensioni, disegni di quel grande artista che è stato mio padre, pensieri e frasi ed aforismi, persone da ricordare.

Qualcosa su Al: “Al come Alzheimer”,
e poi taccuini di viaggio, la Vespa, Roma che abito e amo.

Cose.
Tag che trovate sul lato destro del blog.

Cose che mi è andato di condividere con chi ha avuto la bontà di leggere qui e che sono tutte sempre qui ad aspettare la vostra curiosità e la vostra condivisione.

Cinquecento cose in sei anni.

Nessun bilancio: si va avanti.






Devi rischiare la notte, il vino e la malinconia,
la solitudine e le valigie di un amore che vola via.
E cinquecento catenelle che si spezzano in un secondo
e non ti bastano per piangere le lacrime di tutto il mondo.
Chissà se in quei momenti ti ricordi della mia faccia,
quando la notte scende e ti si gelano le braccia.

7 luglio 2013

Diavolo di vino



Penso di aver fatto capire, nei post sul “bere con un senso”, che avendone i mezzi investirei di più sul vino che metto in tavola. La realtà mi vede barcamenarmi alla ricerca di ottimali combinazioni tra qualità e prezzo pagato.


Nell’accostarsi al bere un ruolo lo hanno le bottiglie, le loro etichette, le informazioni che contengono e l’efficacia della grafica proposta. 

Siamo in un tempo di marketing, di brand, di packaging in una società di mercato che prova a piazzare prodotti come fossero poesie, sogni, bisogno di appartenenza.


Da un po’ mi capita di servire a tavola lo stesso vino bianco fermo, sfuso, in caraffa.

Nessun commensale, nessun amico si è lamentato ma neppure ha chiesto informazioni su cosa stesse bevendo. Tra i miei amici ce ne è di quasi astemi ma anche qualcuno che di bere ne mastica anche più del cialtrone che sono io.
Forse da un lato era l’assenza della bottiglia e dall’altro una pudicizia a domandare, magari temendomi in disgrazia? Scherzo (come troppo spesso faccio).

1 luglio 2013

due ragazze che giocano




due fanciulle (cm 21 x 29,7)
dai Musei Capitolini


due fanciulle che giocano (cm 17 x 24)


Pietro Valenti
1924 - 2012 


Spesso non si accontentava di un risultato ma tornava al Museo per prendere nuovi appunti sullo stesso soggetto. Capitavano quindi tavole diverse sullo stesso soggetto.
Potete trovare altri disegni di Piero pubblicati in questo blog    
sotto l'argomento "Il disegno di piero".
Altri seguiranno.